Cercare lavoro come ragazza alla pari. Cosa significa?
L’au pair è la possibilità per una ragazza di andare a vivere presso una famiglia all’estero per un periodo, aiutarla nelle faccende di casa e/o nel guardare i bimbi in cambio di vitto e alloggio e, se si è più fortunate, di un corso di lingua del posto.
Era una esperienza che anche io avrei dovuto fare alla venera età di 22 anni ma poi alla fine ho optato per la stagione turistica come animatrice mini club. Si vede che il mondo degli alberghi mi chiamava già! 😀
Quindi questo è il motivo per cui ho deciso di far parlare una persona più esperta di me sull’argomento.
Maria Chiara ora ha 26 anni, e lavorò come ragazza alla pari per una famiglia irlandese a 22. Ancora oggi la ricorda come una delle esperienze più belle della sua vita. Per questa ragione mi sono permessa di chiederle di condividere con noi qualcosa di più. Ora le lascio la parola.
Ciao Maria Chiara! La prima domanda che ti faccio è: come sei venuta a conoscenza del progetto ragazze alla pari?
Grazie ad un amica che è partita prima di me e ho completamente seguito le sue orme.
Perché hai scelto questa meta?
Volevo andare in un paese dove si parlasse inglese. In realtà il mio sogno era l’Australia, però dal momento in cui avevo iniziato a cercare al momento in cui sarei voluta partire passava troppo poco tempo per prepararsi ad una meta come l’Australia.
Tieni conto che, ahimè, non ho ancora il passaporto. Inoltre per l’Australia ci sarebbero voluto più soldi, i miei genitori non sprizzavano gioia da tutti i pori e questo mi ha spronata a contare su di me senza chiedere aiuti.
Ho cercato quindi una famiglia nei vari paesi anglofoni in Europa e alla fine sono stata accettata da una famiglia che risiede in Irlanda. Non sapevo nulla di questa terra, a parte il nome, prima di confermare il contratto.
Quando hai dato la notizia i tuoi come hanno reagito?
Non erano d’accordo, ma non erano neanche in disaccordo. Mi hanno lasciato fare senza dire nulla e cercando solo di capire che andassi in posti sicuri.
Hai dovuto preparare dei documenti in particolare prima della partenza?
No, essendo in Europa non mi è servito nulla che già non avessi. Quindi carta d’identità e tessera sanitaria.
Hai impiegato molto tempo a trovare la famiglia giusta? Come l’hai cercata?
E non ricordo male credo di aver impiegato circa un mese e mezzo/due.
Con quale piattaforme hai fatto la tua ricerca? Potresti spiegarci come funziona?
Aupairworld.com. All’interno di questa piattaforma c’è la possibilità di creare due tipologie diverse di profili: il profilo famiglia, dedicato alle famiglie che stanno cercando una ragazza alla pari, e il profilo ragazza alla pari per le ragazze che stanno cercando la propria famiglia.
All’interno del profilo inserisci i tuoi dati, un po’ di foto, e racconti qualcosa di te di come sei, di cosa ti piace fare. Puoi anche specificare perché vuoi fare la ragazza alla pari, se lo hai già fatto in passato, quali sono le tue esperienze in merito, ma anche qual è la famiglia ideale con cui vorresti collaborare.
Dimmi un aspetto positivo e un aspetto negativo della tua esperienza di ragazza alla pari.
Positivo: ho superato i miei limiti, sono cresciuta, ho imparato a credere in me stessa.
Negativo: sono stata un po’ sfruttata, ma è stata anche colpa mia che ho permesso alla famiglia di farlo.
Ci sono stati dei momenti in cui ti sei trovata male con la famiglia che ti ospitava e andare via?
Si, in realtà tanti. I primi giorni della mia esperienza sono stati difficili. La famiglia aveva uno stile di vita completamente diverso dal mio e abituarmi non è stato semplice.
A casa mia, in Italia, ho tutti i miei spazi e lì avevo solo una stanza in cui spesso entravano le bambine anche se era il mio tempo libero. La bimba più piccola, Giorgia, i primi mesi quando era sola con me piangeva un sacco perché voleva la mamma (e quasi volevo piangere anche io con lei perché pure io la volevo ?).
Poi un po’ alla volta le giornate hanno preso il loro ritmo, io ho imparato a gestire le bambine, mi sono trovata delle amiche con cui condividere il tempo libero e tutto è andato in meglio.
La settimana di Pasqua ho deciso di tornare a casa mia. Ritornare in Irlanda è stato un po’ difficile perché è sembrato come se il lavoro fatto nei mesi precedenti per abituarmi al distacco, si fosse annullato. Quando sono entrata nella mia stanza di Dublino ho visto che durante la mia assenza era stata usata come lavanderia ed era piena di stendi biancheria con vestiti appesi ad asciugare. Io avevo la valigia grande e dovevo risistemarmi nuovamente, ma non avevo lo spazio per muovermi. Oltre che era sera tardi e avevo bisogno di una doccia, e il bagno era nel caos totale.
E niente, ho sospirato, cacciato via le lacrime, portato in corridoio gli stendi biancheria, sistemato le mie cose, sistemato velocemente il bagno e mi sono fatta la mia doccia.
Ma quando arrivavo in centro città, proprio lungo la strada per andare a scuola vedevo ogni giorno questo messaggio
Pensavo che ero lì, che quell’opportunità me l’ero ricercata da sola, che stavo vivendo un sogno.
E indovina dopo quell’ultimo episodio li quando ho pianto, ma pianto per davvero senza nessuna capacità di cacciare via le lacrime! Quando sono salita sul bus per andare all’aeroporto per tornare a casa… li si che è stata dura.
Hai avuto difficoltà con la lingua? Come te la sei cavata?
No non ho avuto difficoltà, ma ammetto che mi sono ritrovata una famiglia italiana.
Non volevo la famiglia italiana, anzi, ma è stata la prima ad accettarmi e per paura di non partire mi sono adattata.
La famiglia era italiana? Spiegaci meglio.
I genitori sono italiani ma trasferiti in Irlanda. Le bimbe sono nate lì.
Sei riuscita a viaggiare e conoscere altre città?
Si sono sempre rimasta dentro i confini irlandesi, ma ogni weekend ho visitato luoghi dell’irlanda diversi. Sono stata Galway, Cork, Cobh, ho visitato le fantastiche Cliff of Moher e Giants Causeway. E sono anche stata su tutti i paesini di mare vicino a Dublino facilmente raggiungibili con il treno.
Sei riuscita a farti delle amicizie lì?
Per fortuna si. Ho frequentato una scuola inglese in cui, nonostante le diverse attività organizzate, non sono riuscita a legare con molte persone.
Mi sono iscritta ad un gruppo fb dedicato alle ragazze alla pari a Dublino e grazie a quel gruppo sono riuscita a conoscere due ragazze con le quali ho vissuto l’intera esperienza e sono sempre uscita insieme a loro.
Secondo te anche i ragazzi possono fare questa esperienza?
Se hanno feeling con i bambini assolutamente si. Ne ho incontrati durante la mia esperienza.
Parliamo di spese: quali deve affrontare una ragazza che inizia questa esperienza?
Il volo AR per raggiungere la città. Nel momento in cui sei ospite con una famiglia, la famiglia provvederà ai pasti e a darti una paghetta settimanale. Se scegli di fare dei pasti fuori quelli sono a carico tuo.
In questo lavoro vieni retribuita? Ci puoi spiegare come funziona esattamente?
La famiglia oltre a garantirti vitto e alloggio ti da anche una paghetta settimanale. DI solito l’ammontare della paghetta dipende dalle ore di lavoro (che comunque non dovrebbero essere più di 5 al giorno) e dal costo della vita nella città in cui ti trovi. Per questo stati diversi offrono paghette diverse.
Durante la permanenza all’estero cosa ti è mancato di più dell’Italia?
La mia comfort zone, la mia stanza, i miei spazi, il silenzio di casa mia.
Pensi di fare altre esperienze di lavoro all’estero? Se si, ti piacerebbe ritornare nella stessa nazione o cambiare meta?
Spero tanto che la vita me le faccia fare ?. La ragazza alla pari la rifarei, ma al momento non mi è utile per il mio futuro e il lavoro che vorrei fare. Ora, la mia ambizione è quella di fare il lavoro per cui ho studiato all’estero.
Il blog di Maria Chiara: https://hounviaggionellatesta.altervista.org/
La pagina Instagram di Maria Chiara : https://www.instagram.com/atripinmymind_/
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