Molti credono che fare autostop è pericoloso, specialmente se si è sole.
Ma cosa intendiamo per viaggiare in autostop esattamente? Per qualcuno chiedere passaggi in auto è solo un modo di viaggiare gratis, per qualcun altro molto di più. E’ una fuga dagli standard canonici, un gesto di estrema libertà e totale fiducia verso il genere umano. Si perché se fai autostop stai decidendo di affidarti completamente alla persona che poi ti caricherà verso una nuova destinazione.
Tutti pensano che i viaggi in autostop sono tra i più pericolosi in assoluto, ma non sanno che i viaggiatori che si approcciano a questa forma di viaggio estrema sono quelli che hanno già vissuto esperienze catartiche e sviluppato un istinto sopraffino; sono quei viaggiatori che hanno una scala di valori ben definita, che nessuno potrà mai cambiare. Sono quelle persone che si sono addentrate così tanto nella realtà del mondo che riescono a capire realmente dove sta il lato pericoloso.
Fare autostop: la mia esperienza
Da circa qualche mese vivo in Corsica. Quando andavo a visitare questa bellissima isola, notavo che al mio rientro beccavo spesso ragazzi col pollice all’insù. In Italia questa pratica è poco usata e spesso si tratta di persone malintenzionate, quindi essendo da sola ero molto diffidente.
Ma nel vedere questi ragazzi con gli zaini stracarichi ho riconosciuto la mia specie di viaggiatrice all’avventura, e il mio istino mi ha spinta a fermarmi. Una volta, la seconda, e poi così via. I ragazzi che caricavo avevano percorso il GR20 (il cammino di Santiago della Corsica per intenderci) , oppure semplicemente deciso di girarsi tutta l’isola in autostop. Dai loro racconti sembrava che qui cercare un passaggio in macchina fosse estremamente facile: il tempo di attesa non è lungo e i turisti sono estremamente gentili.
Inizia ad insinuarsi a me la vocina del “perché non provi anche tu”? ma subito desisto. Le persone che avevo caricato finora erano per lo più coppie, per me che ero da sola era diverso. Ma fu qualche giorno dopo che caricai una ragazza, tutta sola.
Lei lavorava in Corsica come me e semplicemente aveva perso l’autobus per arrivare a casa. Però mi ha raccontato che aveva praticato spesso autostop: in Croazia, Belgio… Aveva attraversato mezza Europa così.
“Fare autostop è più facile di quello che si pensi”, mi disse. “Se il tipo che ti deve caricare non ti convince, inventi una scusa sul momento e lo lasci partire”.
Sono state proprio le parole di Catherine a convincermi. Qualche giorno fa decisi di voler provare anche io. Così parcheggiai la mia macchina vicino alla statale principale e mi misi sul bordo della strada. Il mio intento era di arrivare da Santa Giulia, il posto in cui vivo, ad Ajaccio, nella parte est dell’isola. Un percorso che in macchina richiede 3 ore.
Ho aspettato solo 10 minuti prima di essere caricata dalla prima macchina: andavano in direzione di Porto Vecchio, una meta non troppo lontana sul mio cammino, ma l’importante era avanzare. Così continuai e piano piano arrivai a destinazione.
Ero partita alle 09.25 ed arrivai alle 12.45. 3 ore all’incirca. Lo stesso tempo che avrei impiegato se avessi preso la macchina da sola.
Stessa cosa al ritorno. Partii intorno alle 4 del pomeriggio in modo da essere a casa prima che facesse buio.
Sono salita in totale su 7 macchine diverse. Turisti, persone expat, o del posto. Tutti con qualcosa da raccontare. E curiosi di sentire la mia di storia e del perché fossi lì. Persone così diverse tra loro ma accomunate da un animo gentile, predisposte ad aiutare il prossimo.
Ricordo ancora che uno dei passeggeri che mi caricò all’andata mi chiese “E’ la prima volta che lo fai vero? Si vede che hai paura.”
La paura c’era, e tanta. Quando mi misi per strada il mio cuore batteva a 3000. Il mio pollice si sollevò incerto, e c’era quella vocina dentro di me che diceva “lascia perdere questa stronzata e vai ad Ajaccio con la tua auto”.
Ma non l’ho voluta ascoltare . E buttarmi. E non mi sono schiantata, anzi. Il mio paracadute si è aperto e mi ha permesso di vedere un altro aspetto di questo bellissimo mondo in cui viviamo.
Le regole da seguire per fare autostop da sole e in totale sicurezza
Imparare a fare autostop viene naturale, perché, a differenza delle altre esperienze, è proprio sul posto che capisci dove stai sbagliando. Tuttavia, leggere qualche regola comune prima di addentrarti in questa avventura può solo che farti bene.
Autostop sicuro: il sito di riferimento
Sai che esiste un sito per gli autostoppisti? Hitchiwiki.com ti permette di vedere in quali paese è più facile fare autostop e in quale è più difficile; è un sito basato sulle esperienze di altri autostoppisti.
E’ possibile anche scaricare l’app con le mappe in cui sono segnati i punti migliori, i commenti degli utenti sulle direzioni e i tempi di attesa.
Esiste anche una sezione per noi donne, con consigli dati dalle più esperte tutte al femminile ?.
Le strade in cui è meglio fare autostop
La statale
Le strade statali (o secondarie se preferisci intenderle così) sono le più sicure. Le macchine percorrono lunghi km, e non sono velocissime come in autostrada, quindi avrai più possibilità non solo di essere caricato ma di avere già dal tuo primo passaggio una macchina che giunge a destinazione.
E’ molto importante appostarsi su un rettilineo (curve assolutamente vietate) in un punto dove ci sia dopo di te abbastanza spazio per la macchina per appostarsi e farti salire. Questo per permettere al passeggero di notarti , decidere se fermarsi, e uscire in totale tranquillità dalla carreggiata.
Inoltre, nel caso non riesca a trovare un passaggio, la strada statale ti permette di riuscire più facilmente a raggiungere la città e cercare un posto per dormire ( a proposito, sai che puoi farlo gratis con couchsurfing? ho scritto degli articoli a riguardo ?), o vagare nei campi in cui ti trovi e piazzare una tenda.
L’autostrada
Camminare lungo l’autostrada, o fare autostop in autostrada è illegale in alcuni paesi , come ad esempio l’Italia. Non credo che tu voglia finire in polizia solo per provare un’esperienza wild.
Ci si può appostare solamente negli autogrill e nelle stazioni di servizio. E il rischio che nessuno ti prenda è molto alto. Ma soprattutto va contro il vero spirito dell’autostoppista. Quando alziamo il pollice è la macchina che deve venire verso di noi, no noi che andiamo verso le macchine. E facendo il contrario non solo risultiamo più elemosinanti, ma possiamo insospettire il conducente.
In città
Assolutamente inutile. Innanzitutto le macchine non percorrono molti km, e soprattutto è pressoché inesistente la probabilità che ti possano caricare per andare nella tua stessa direzione.
Fare autostop di giorno
E’ sempre meglio fare autostop durante il giorno: le ore di luce facilitano sia te sia la persona che ti deve caricare a bordo. Di notte invece è sconsigliato: non vi vedono in faccia, quindi difficilmente si fidano. Inoltre la probabilità di incontrare più persone che guidano troppo veloce o in stato d’ebrezza è più alta. Quelli che si possono fermare saranno solo con cattive intenzioni secondo me.
Scrivere su un cartello la destinazione
Molti lo consigliano ma io sinceramente sono restia dal farlo. Questo perché se si ferma una persona che poco mi convince ma che sta andando nelle mia stessa direzione, con il cartello purtroppo non posso mentire. Invece senza posso inventarmi delle scuse ?.
Conoscere il conducente
Che sia chiaro: non sono tassisti ma persone. E soprattutto, stanno facendo un bellissimo gesto nei nostri confronti. Non c’è cosa peggiore quindi che limitarsi a salire in macchina e non parlare. Anche se non sei molto loquace, cerca di instaurare una conversazione. Parla di te, racconta la tua storia. Ascolta la loro. Durante i miei passaggi in auto sono nati i più bei discorsi!
Se tuttavia capita che sei sola e il conducente inizia a provarci, puoi cambiare discorso, e se inizia ad insistere a dare un “no” secco. Nel caso peggiore hai lo spray al peperoncino o fischietto antistupro che puoi usare come tua arma di difesa . ?
Adotta un’attitudine positiva
Sono convinta di non aver aspettato tantissimo per strada perché oltre al fatto di essere da sola (lo ammetto, questo elemento aiuta sempre) sfoggiavo i miei sorrisi che imploravano pietà. Cercavo di guardare negli occhi il conducente, e se lui mi faceva il gesto del no, mi limitavo a fare spallucce. Nonostante quella persona mi lasciasse per strada, adottavo un atteggiamento molto zen, ed è quello che consiglio anche a te di fare: mettiti nei suoi panni, non ti conosce e non ha il tuo stesso grado di fiducia.
Non dormire
Se fai autostop è perché ti piace socializzare, conoscere le persone del posto, parlare. Quindi anche se la macchina ti fa effetto culla e sarai tentata nell’appisolarti, cerca di resistere: questo sarà molto apprezzato dalla persona che si trova alla guida.
Non chiedere di fare deviazioni durante il percorso
Ripeto che il guidatore non è un tassista: lui non chiede soldi per il passaggio, tu non fai deviare la sua guida. La persona stava già andando in quella direzione e tu ti sei semplicemente aggiunta. E’ molto importante però scendere in un punto utile in modo che tu possa continuare ad autostoppare senza difficoltà.
Seguire il percorso con il GPS
Nonostante le indicazioni, a volte può capitare di prendere il passaggio dalla parte sbagliata. Grazie al GPS potrai usare la mappa anche se sei offline. ?
Tieni lo zaino sempre con te
Un po’ come la borsa negli autobus o le valigie in aeroporto, è sempre meglio avere lo zaino sempre con se, ed evitare di metterlo nel bagagliaio: non si sa mai.
Un po’ come la borsa negli autobus o le valigie in aeroporto, è sempre meglio avere lo zaino sempre con se, ed evitare di metterlo nel bagagliaio: non si sa mai.
Come dicevo anche nelle stories che ho pubblicato su Instagram, fare autostop inizialmente sembra molto difficile perché non sai come approcciarti. Ma man mano che ti mostri e tenti, inizi a capire come funziona e quali tecniche devi adottare per renderlo più facile. Non è una corsa contro il tempo, quindi (a meno che si sta facendo buio) non essere stressata.
Quando il conducente arriva, hai una manciata di secondi per vederlo in volto e capire con chi starai andando. Se solo una parte del tuo istinto ti dice di diffidare, inventa una scusa e rifiuta il passaggio. Aspetta con calma. Quello giusto arriva.
E detto ciò, non mi resta davvero di consigliarti di provarci. Fare autostop da sola è un’esperienza forte per una donna, ma ti da tanto. Capisci di aver alzato l’asticella delle tue sfide, di esserti superata. E una volta che riesci, la tua autostima sale a 3000, ti senti un’amazzone invincibile. Ti rendi conto che anche un altro pregiudizio dato da troppe persone che hanno paura di questo mondo, era falso. E che hai fatto bene a dare ascolto solo a te stessa.
Da viaggiatrice a viaggiatrice, ti auguro in bocca al lupo.
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