Testimonianza di Melanie sulla possibilità di fare un viaggio da sola in bicicletta in Italia; i momenti migliori e peggiori, perché vale la pena provare questa esperienza.
Ho pensato più volte di affrontare un viaggio in bicicletta in solitaria. Ci ho pensato soprattutto l’estate scorsa quando, alla fine del primo lockdown, era consigliato viaggiare solo in Italia.
Pensavo tra me e me che si, volevo viaggiare nel bel Paese, ma farlo in modo alternativo. “Perché non la bicicletta?” mi chiesi. Mi ci vollero solo 10km per farmi capire che non ero abbastanza allenata, e che un viaggio del genere non si può prendere sottogamba.
Tuttavia il cicloviaggio mi ha interessata sempre più: per questo motivo ho scovato su Facebook questa simpatica ragazza, Melanie, e le ho chiesto di raccontarci qualcosa sulla sua incredibile esperienza. Lascio a lei la parola.
Viaggiare da sola in bicicletta: l’idea che ossessiona Melanie
Era una cosa del tutto nuova quella di un viaggio da sola in bicicletta, un’idea coraggiosa, un po’ folle, ma la pensavo da mesi e mesi… Sentivo questo desiderio incontrollabile di viaggiare in bicicletta. Tutto è nato da un pazzo viaggiatore che ho incontrato in Colombia e che era in viaggio da 11 anni e aveva attraversato 18 paesi, in bicicletta. Prima di conoscere lui non sapevo nemmeno che si potesse viaggiare in bicicletta.
E così, lasciato il lavoro di barista e cameriera senza nessun rimpianto, comprai una bicicletta, il casco, le borse, un contachilometri e decisi di pedalare verso Sud, partendo dalla mia città natale, Padova.
Non avevo paura e non ero preoccupata. Desideravo conoscere il mio paese e desideravo farlo lentamente. A posteriori, un pelo di preoccupazione non mi avrebbe fatto male! Ma giusto giusto per la preparazione fisica. Dico sempre che per viaggiare in bicicletta non serve essere allenati. Ma vi assicuro che, nonostante io sia sempre stata una persona sportiva, il dolore ai muscoli delle gambe era davvero spaventoso.
10 giorni di viaggio in solitaria: in bicicletta tra Padova e Roma
Nel mio viaggio in solitaria non sono sempre stata da sola come si potrebbe pensare. Nelle prime due tappe Ferrara e Bologna sono stata ospitata da cari amici con i quali ho condiviso le prime sensazioni di viaggio: la noiosa e nebbiosa pianura padana e il dubbio sull’attraversamento degli Appennini. Bici o treno?
Ho scelto il treno, gli Appennini mi terrorizzavano. Sono scesa a Prato e sono andata alla ricerca della via Francigena che ho incrociato a San Miniato.
Fare la via Francigena da sola
La via Francigena è un bel modo di approcciarsi al cicloturismo. Un percorso già tracciato che attraversa paesaggi splendidi e borghi affascinanti. Le mie giornate si riempivano di ulivi, papaveri, cipressi e morbide colline. A condire le serate negli ostelli dei pellegrini c’erano i viandanti con cui si scambiavano due chiacchiere e si mangiava abbondantemente per riprendere le energie.
Viaggiavo con la tenda appresso ma non mi sentivo abbastanza coraggiosa da dormirci da sola, così ho scelto di dormire nelle strutture ricettive messe a disposizione per i pellegrini.
Con il passare del tempo mi sentivo sempre più forte e potevo pedalare con meno fatica per più tempo. I colori caldi dei borghi toscani mi affascinavano e i gatti appollaiati qui e lì sembravano molto contenti della loro vita tranquilla di paese.
Ho seguito il tracciato della Via Francigena attraversando San Miniato, San Gimignano, Siena, ho pedalato sull’Eroica e ho proseguito per la Val d’Orcia.
Sono stati giorni molto bagnati, continuava a piovere ma tutto sommato mi sentivo contenta anche sotto la pioggia. Mi aiutavo con la musica nelle orecchie a tenere alto l’umore sotto l’acquazzone. L’ultima vera lavata l’ho presa arrivando a Bolsena. Praticamente non ci vedevo neanche da quanto pioveva! Mi sono fermata in un vivaio a chiedere riparo, sono stati molto gentili e mi hanno dato degli asciugamani e una stufetta per scaldarmi.
All’ultima sera prima di Roma mi sono trovata a Formello con Martin, un pellegrino tedesco che viaggiava a piedi. Ci siamo trovati bene insieme, due anime solitarie che cercavano compagnia. Volevamo festeggiare il nostro quasi arrivo a Roma.
L’indomani varcavamo le porte della capitale emozionati del viaggio compiuto. Mi sentivo libera e forte con una nuova sicurezza, viaggiare in bicicletta mi piaceva da matti!
Perché vale la pena fare un viaggio in bicicletta in solitaria anche se si è donne
Quando viaggio da sola in bicicletta la mia mente si svuota da pensieri quotidiani e mi sento leggera. Si crea anche più spazio nella mia testa, più spazio per nuove idee. Magiche idee di vita e di felicità. Quando vado in bicicletta mi sento una donna invincibile.
Pedalare fa sembrare gli spazi più grandi ma allo stesso tempo il mondo veramente piccino perché possiamo andare ovunque in qualsiasi momento con la forza delle nostre gambe. Pedalare mi fa sentire a casa nel mondo perché ne conquisto ogni pezzettino.
A Roma si sono aggregati due amici e abbiamo pedalato fino in Sicilia, ma questa è un’altra storia.
GUARDA IL VIDEO COMPLETO DEL CICLOVIAGGIO DI MELANIE QUI
E se hai bisogno di qualche consiglio, o se vuoi fare un viaggio anche tu in bicicletta, puoi consultare il suo sito www.sentieriliberi.com .
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